DONNE E VIOLENZA

 

Come Aisdo (Associazione Onlus Italiana per lo Studio e il Sostegno del Disagio della Donna) nel prossimo settembre condurremo una ricerca a Barberino di Mugello e in Borgo San Lorenzo con altre colleghe psicoterapeute (l'Associazione Kalè di Borgo San Lorenzo e la Psicologa Dott.ssa Sandra Mantelli delle Politiche Giovanili del Comune di Barberino) sulla Percezione della Violenza nelle Donne. 


La ricerca non ha pretese scientifiche e quindi si effettuerà su di un piccolo numero di persone, uomini e donne, che parteciperanno volontariamente al lavoro, ai quali sarà garantito anonimato e tutela dei dati personali. 

 

Si tratta di incontrarsi (con un impegno di 1 ora circa) per compilare un questionario e partecipare ad una piccola discussione guidata sul tema (focus group): ogni contributo è per noi prezioso! 

 

Quanto emerso sarà poi relazionato in una mattinata di riflessione offerta da Aisdo e Kalè alla cittadinanza di Barberino, che si svolgerà sabato 15 ottobre in Palazzo Pretorio per chi abbiamo chiesto il Patrocinio del Comune.

 

A Borgo San Lorenzo, ci incontreremo presso l'Associazione Kalè (c/o Studio Giorgi Piazza Dante 58 Borgo) nella data di:

-Ven 23 settembre alle ore 18 e alle ore 21

 

Per partecipare si deve mandare una mail di prenotazione a benedettapazzagli@virgilio.it; si può anche visitare il sito www.aisdo.org se si vuole saperne di più sulla nostra Associazione Onlus.

 

Grazie del contributo che vorrete darci: Vi aspettiamo!

 

Benedetta Pazzagli,

psicologa, psicoterapeuta

 

 

 

 

 Intervento Convegno AISDO/Kalè

La percezione della violenza nelle donne

Barberino di Mugello,15 0ttobre 2016

 

In questa breve riflessione mi farò guidare dal pensiero di Massimo Recalcati, noto psicoanalista lacaniano; mi servirò dei contributi portati da alcune persone partecipanti ai focus groups. (power point)

Riassumendo:

-La violenza è nell’uomo, imprescindibile dall’uomo e a lui connaturata

- il contesto violento e aggressivo in cui viviamo spesso rinforza il passaggio ad una violenza agita senza filtri, non mediata da alcun pensiero né da alcun limite (diremo con Recalcati senza Legge): se non esistono limiti, non si coglie neppure il senso del proprio limite, mentre è diffusa una abitudine alla de-responsabilizzazione in parole e gesti : coerenza e responsabilità - assunzione delle conseguenze dei propri atti- sono parole obsolete, evaporate, svuotate di senso

- l’agire acefalo, senza pensiero, della logica della sopraffazione (fare quello che si vuole) è l’agire violento che si contrappone alla presa di consapevolezza, alla analisi di se stessi che, nell’adulto, dovrebbe portare al riconoscimento del debito con l’Altro: nessuno si fa da sè, tutti ci nutriamo di relazioni e portiamo su di noi le tracce di questa presenza dell’Altro (non sempre benevola) a partire dal nostro Nome; al contrario, il narcisismo imperante nella società post-moderna si alimenta delle illusioni dell’uomo che si fa da sé e persegue il proprio successo come bene supremo, a qualsiasi costo

- la violenza, sia fisica che psicologica, priva la donna del piacere di vivere: è cioè un tentativo, impossibile e distruttivo, di spengere nella donna – l’Eteros per eccellenza - la libertà che essa rappresenta, quella alterità che è impossibile da governare per l’uomo – e talora complessa da abitare per la stessa donna.

Questa impossibilità di governo è mal tollerata dall’uomo, il quale si trova di fronte ad due possibili scelte-crisi per esorcizzare l’angoscia che scaturisce dal confronto con il femminile come Altro da sè:

- la via del possesso e della violenza verbale (insulto: le donne sono tutte puttane!) e/o della violenza estrema della sopraffazione fisica,

- la via dell’Amore, che è sempre amore per la differenza e per la libertà dell’Altro (Lacan): questa scelta porta con sé, inevitabilmente, il rischio dell’abbandono, in quanto l’altro è libero appunto, in ogni momento, di rinnovare o interrompere la promessa d’amore: in questo l’Amore è sempre un salto nel vuoto, che scommette su tale libertà e si distingue dalla gelosia soffocante, dal bisogno di controllo e di possesso dell’altro.

Se è vero, come sostiene Recalcati, che “La spinta alla violenza cieca, alla sopraffazione, all’odio invidioso, alla distruzione dell’altro non è una patologia, ma accompagna da sempre come un’ombra la storia dell’umano (Caino e Abele)…” , allora la violenza non si può cancellare “ma casomai (si può )decidere, ogni volta, per la sua rinuncia…”.

E’ questo uno dei compiti più difficili dell’essere umano (Jung ricordava che scopo della vita non è l’individualismo ma diventare umani, l’individuazione, appunto), saper rinunciare alla violenza in nome del riconoscimento dell’Altro come essere singolare, come frustrazione narcisistica necessaria (Freud) per appartenere alla comunità umana”.

Di fronte alla nostra cultura che sembra rifuggire il valore formativo dell’esperienza del fallimento e inseguire il miraggio del nuovo e del successo ad ogni costo, “il ricorso alla violenza può apparire come un talismano per esorcizzare il confronto con la nostra vulnerabilità e insufficienza” che, se accolte, potrebbero, arricchirci di consapevolezze nuove.

L’ultimo contributo (slide) ci ricorda che “Tutte le donne hanno una storia che andrebbe ascoltata”: è quello che noi cerchiamo di fare in Aisdo, attraverso un ascolto psicologico della parola e della persona dell’altro, testimoniando interesse per il soggetto e per la sua storia, cercando di accogliere la modalità unica e irripetibile che la persona ha per ricongiungersi al proprio Desiderio e dare il proprio contributo all’umanità.